IL LIBRO VERDE SULLA STRATEGIA EUROPEA PER UN'ENERGIA SOSTENIBILE, COMPETITIVA E SICURA - Sud in Europa

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IL LIBRO VERDE SULLA STRATEGIA EUROPEA PER UN'ENERGIA SOSTENIBILE, COMPETITIVA E SICURA

Archivio > Anno 2006 > Maggio 2006
di Teresa Maria MOSCHETTA    
L’approvvigionamento energetico e lo sviluppo sostenibile rientrano, ormai da alcuni anni, tra gli obiettivi strategici della integrazione comunitaria. Nel corso degli ultimi mesi, l’accresciuta instabilità politica internazionale ha posto in luce l’esigenza di ridimensionare la dipendenza energetica della Comunità europea che attualmente si attesta al 50% del suo fabbisogno interno. Questo tasso dovrebbe crescere, secondo stime presentate dalla Commissione europea, al 70% entro il 2030, indebolendo ulteriormente la posizione comunitaria sul mercato energetico internazionale. La dipendenza energetica comunitaria produce effetti negativi sul piano interno provocando l’aumento dei prezzi e l’incertezza sugli approvvigionamenti.
Una tale situazione rende necessario realizzare all’interno della Comunità europea un mercato unico dell’energia che risulti efficace, sicuro e competitivo. Alcuni passi in questa direzione sono stati già compiuti. Si sono, ad esempio, adottate misure per garantire la trasparenza dei prezzi ai consumatori finali e facilitare il transito del gas e della elettricità tra le grandi reti europee oltre che per eliminare alcune restrizioni alla parità di accesso delle imprese alle attività di esplorazione e prospezione di idrocarburi.
La liberalizzazione dei mercati della elettricità e del gas risulta essere, tuttavia, ancora incerta e frammentata nonostante le diverse misure adottate dalla Commissione europea al fine di completare l’apertura dei mercati del gas e della elettricità a partire dal 2007, mediante il rafforzamento di condizioni favorevoli per una concorrenza reale ed equa e la realizzazione di un mercato unico che offra garanzie ai cittadini, tuteli l’ambiente e garantisca un approvvigionamento energetico sicuro ed a prezzi contenuti.
Parallelamente alla creazione del mercato comune energetico si è inteso dare impulso alla creazione di reti transeuropee mediante l’individuazione di 74 progetti di interesse comune con un importo globale di investimenti di 18.000 milioni di euro reperiti mediante finanziamenti della Banca europea per gli investimenti e del Fondo europeo di sviluppo regionale. La politica comunitaria sull’energia mira anche alla valorizzazione delle fonti di energie rinnovabili. Il Libro Bianco del 1997 ha posto l’obiettivo di raddoppiare la quota delle energie rinnovabili nel consumo lordo di energia portandola dal 6% del 1997 al 12% nel 2010.
Questo ambizioso obiettivo, tuttavia, sembra ben lungi dall’essere realizzato nonostante l’adozione da parte del Parlamento e del Consiglio di una direttiva atta promuovere la produzione di elettricità da fonti di energia rinnovabili. Il ricorso a fonti di energia rinnovabili costituisce un importante strumento per affrontare anche la connessa problematica della tutela ambientale.
Il legame esistente tra la questione dell’approvvigionamento energetico e la questione dello sviluppo sostenibile è stato posto chiaramente in luce dal Protocollo di Kyoto sul cambiamento climatico del 1997 che attualmente vincola la Comunità europea a ridurre le proprie immissioni nell’aria di gas inquinanti. A questo proposito, anche il Libro Verde sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, adottato dalla Commissione europea nel novembre 2000, ha posto quale obiettivo prioritario della politica energetica comunitaria la sicurezza dell’approvvigionamento dell’energia ad un prezzo accessibile per tutti i consumatori nel rispetto della tutela dell’ambiente e della promozione di una concorrenza sana sul mercato europeo. Il miglioramento della efficienza energetica e la questione della tutela ambientale hanno in tal modo assunto sempre maggiore importanza nella conduzione delle politiche comunitarie.
La Commissione ha adottato, nell’aprile 2000, un Piano d’azione per migliorare l’efficienza energetica nella Comunità europea che include il Programma SAVE finalizzato ad incoraggiare le misure energetiche ed a fornire uno strumento di coordinamento. In questo ambito, la nuova direttiva sul rendimento energetico degli edifici prevede una metodologia comune per le norme minime di rendimento energetico, l’applicazione di queste norme per gli edifici nuovi e per la ristrutturazione degli edifici esistenti, la produzione di un certificato di rendimento energetico in caso di costruzione, vendita o affitto di un edificio ed il controllo dei sistemi di riscaldamento ed aria condizionata.
La Commissione ha, altresì, avviato un Programma pluriennale di azioni “Energia intelligente per l’Europa”, che copre il periodo 2003 – 2006 con un bilancio di 215 milioni di euro, volto a rafforzare il sostegno europeo alla promozione delle energie rinnovabili, all’efficienza energetica ed a indirizzare l’azione internazionale verso queste due priorità. La politica energetica comunitaria presenta, infatti, una rilevante dimensione esterna che trova realizzazione nella partecipazione della Comu-nità europea ad importanti organizzazioni internazionali tra le quali l’Agenzia internazionale dell’energia.
Nonostante questi segnali di interesse per una problematica che ha assunto nel corso del tempo caratteri di sempre maggiore urgenza, la Comunità europea è ancora ben lontana dall’obiettivo di realizzare un mercato interno dell’energia realmente competitivo e rispettoso delle problematiche ambientali. Questa constatazione ha indotto i Capi di Stato e di governo degli Stati membri della Comunità europea, nel corso dei vertici svoltisi nell’autunno 2005, a chiedere alla Com-missione la formulazione di una risposta comune europea alla crisi energetica.
Il Libro Verde sulla strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura, adottato dalla Commissione europea in data 8 marzo 2006, pur ponendo in luce le difficoltà insite in questa particolare congiuntura politica ed economica, sottolinea le potenzialità di reazione comunitarie. La Comunità europea, infatti, è il secondo mercato dell’energia del mondo ed occupa un ruolo di primo piano in fatto di gestione della domanda, nella promozione di forme di energia nuove e rinnovabili e nello sviluppo delle tecnologie a bassa emissione di carbonio. Agendo in modo unitario essa potrebbe avere il peso necessario per proteggere e far valere i propri interessi nonché per guidare la ricerca di soluzioni a livello globale nel settore dell’energia. Il documento in questione formula proposte e suggerimenti atti a dar vita ad una politica energetica europea più integrata individuando in particolare sei settori di intervento.
Il primo settore riguarda il completamento dei mercati interni europei dell’energia elettrica e del gas. Un’energia sostenibile, competitiva e sicura non può essere raggiunta senza mercati dell’energia aperti e competitivi, basati sulla concorrenza tra imprese che cercano di raggiungere una dimensione europea anziché diventare operatori dominanti nel mercato nazionale. Un autentico mercato unico europeo potrebbe garantire prezzi inferiori, migliorare la sicurezza di approvvigionamento e promuovere la competitività contribuendo alla preservazione dell’ambiente. A questo fine, la Commissione propone lo sviluppo di un’unica rete europea di accesso all’energia elettrica ed al gas che sia disciplinata da un codice atto a promuovere l’adozione di condizioni armonizzate di accesso. La Commissione si impegna pertanto, da un lato, ad esaminare le azioni da intraprendere per ridurre le disparità esistenti tra le autorità di regolazione nazionali per quel che riguarda l’equivalenza dei poteri e l’indipendenza di cui godono, dall’altro, a valutare se le esistenti forme di collaborazione tra autorità di regolamentazione nazionali ed i gestori di reti nazionali siano adeguate o se sia necessario un più stretto livello di collaborazione mediante l’istituzione di un’Autorità di regolazione europea per la gestione delle questioni transfrontaliere. Un altro aspetto fondamentale riguarda la necessità di stimolare gli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture ed accelerare le procedure di autorizzazione al fine di migliorare l’interconnessione nella rete elettrica europea. Gli investimenti dovranno, altresì, riguardare il miglioramento della capacità di produzione della energia elettrica per far fronte ai picchi di consumo mediante un aumento della competitività delle industrie europee che richiede un insieme di regole appositamente concepite, stabili e prevedibili nel pieno rispetto dei meccanismi di mercato.
Il secondo settore di intervento riguarda la sviluppo di una solidarietà di fatto fra gli Stati membri della Comunità europea mediante un riesame della normativa comunitaria sulle riserve di petrolio e gas, l’istituzione di un Osservatorio europeo sull’approvvigionamento energetico che aumenti la trasparenza sulle questioni relative all’approvvigionamento energetico all’interno del mercato comunitario, una più intensa collaborazione tra i gestori di rete al fine di migliorarne la sicurezza grazie a standard comuni sulle infrastrutture e maggiore trasparenza sulle riserve energetiche a livello europeo.
Il terzo settore di intervento attiene al riesame strategico della politica energetica della Comunità europea che dovrebbe offrire un quadro chiaro di riferimento per le decisioni nazionali in merito al mix energetico da scegliere mediante un esame dei vantaggi e degli svantaggi delle varie fonti di energia. Il riesame dovrebbe permettere un dibattito trasparente e oggettivo sul futuro ruolo dell’energia nucleare per gli Stati membri interessati, svolgendo un ruolo utile nell’assicurare che i costi, i vantaggi e gli svantaggi dell’energia nucleare siano individuati chiaramente e discussi nell’ambito di un dibattito oggettivo, trasparente e basato su informazioni corrette. La Commissione propone di considerare quale obiettivo strategico generale il raggiungimento di un equilibrio tra l’utilizzo della energia sostenibile, la competitività e la sicurezza dell’approvvigionamento. Funzionali a questo obiettivo sarebbero una valutazione approfondita dell’impatto sull’ambiente delle fonti energetiche conosciute e l’introduzione di un valore di riferimento che potrebbe servire alla Comunità europea per valutare lo sviluppo di un mix energetico ed aiutarla a contenere la crescente dipendenza dalle importazioni.
Il quarto settore di intervento riguarda le sfide poste dal cambiamento climatico e gli obiettivi di Lisbona. A questo proposito, la Commissione propone al Consiglio ed al Parlamento un Piano d’azione sulla efficienza energetica nell’intento di risparmiare il 20% dell’energia che la Comunità europea altrimenti consumerebbe entro il 2020. Le misure proposte attengono a campagne per promuovere l’efficienza energetica, al ricorso a strumenti finanziari e meccanismi per attrarre investimenti, ad un rinnovato impegno nel settore dei trasporti nonché ad un sistema di certificati bianchi in materia energetica che permetta alle imprese che superano gli standard minimi di efficienza energetica di vendere la loro migliore prestazione ad altre imprese non altrettanto virtuose. In questo ambito, fondamentale appare la collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia e la Banca mondiale nonché la promozione di un accordo internazionale sull’efficienza energetica che coinvolga paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Le questioni del cambiamento climatico richiedono, altresì, un incremento sostanziale dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. La Comunità europea si è già posta al riguardo obiettivi ambiziosi ma il ricorso alla energia rinnovabile per poter sviluppare il suo potenziale ha bisogno di apposite misure a carattere settoriale. La Commissione europea si è pertanto impegnata a presentare una Road Map dell’energia rinnovabile che comprenda la considerazione di quali obiettivi si rendano necessari oltre il 2010, una nuova direttiva comunitaria sui sistemi di riscaldamento e di raffreddamento, un piano dettagliato inteso a ridurre progressivamente la dipendenza dall’importazione di petrolio ed iniziative volte a facilitare l’immissione sul mercato delle fonti energetiche pulite e rinnovabili.
Il quinto settore di intervento riguarda lo sviluppo e la realizzazione delle nuove tecnologie energetiche per garantire la sicurezza negli approvvigionamenti. A questo proposito, la Commissione europea ha proposto la redazione di un Piano strategico per le tecnologie energetiche che faccia accelerare lo sviluppo delle promettenti tecnologie e contribuisca a creare le condizioni per immetterle in modo effettivo ed efficiente sul mercato europeo e mondiale. Il piano dovrebbe rafforzare le attività di ricerca a livello europeo per evitare la sovrapposizione di programmi nazionali nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico e di far convergere le risorse verso obiettivi convenuti a livello comunitario. Una particolare importanza potrebbero rivestire in questo ambito investimenti in forme energetiche alternative come l’idrogeno, le pile a combustibile e l’energia solare termica concentrata.
Il sesto settore di intervento riguarda la dimensione esterna della politica energetica comunitaria ossia la necessità che la Comunità europea elabori una politica esterna chiara parlando ad una sola voce. La Commissione ritiene che il primo passo sia quello di concordare a livello comunitario gli obiettivi di una politica energetica esterna e le azioni necessarie a livello comunitario e nazionale per realizzarla. Il riesame strategico della politica energetica della Comunità europea potrebbe servire da base per stabilire questa visione comune e tracciare un bilancio della situazione con l’obiettivo di monitorare i progressi compiuti ed individuare nuovi problemi e nuove risposte. Il riesame in questione potrebbe, infatti, proporre una serie di priorità definite con chiarezza per l’adeguamento e la costruzione delle nuove infrastrutture necessarie per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico della Comunità europea, in particolare nuovi gasdotti, oleodotti e terminal per il gas naturale liquefatto così come l’applicazione di disposizioni per il transito e l’accesso da parte di Paesi terzi alle infrastrutture esistenti. La dimensione esterna della politica energetica comunitaria richiede anche il consolidamento delle relazioni con i principali fornitori internazionali di energia quali l’OPEC ed il Consiglio di cooperazione del Golfo. In questo ambito particolare importanza assumono le relazioni con la Russia che è attualmente il principale fornitore di energia della Comunità europea. Lo sviluppo di un vero partenariato garantirebbe la sicurezza e la prevedibilità per entrambe le parti preparando la strada per gli investimenti a lungo termine necessari per creare nuove capacità produttive e consentirebbe l’accesso equo e reciproco ai mercati ed alle infrastrutture. Anche nell’ambito della politica europea di prossimità, la Commissione auspica la creazione di uno spazio comune di regolazione, basato sul commercio comune e sulle norme ambientali, che favorisca un mercato prevedibile e trasparente capace di incoraggiare gli investimenti, la crescita e la sicurezza degli approvvigionamenti mediante l’istituzione di una comunità paneuropea dell’energia che comprenda Turchia, Ucraina, Algeria, Paesi del Mar Caspio e del Bacino del Mediterraneo. Lo sviluppo di relazioni bilaterali e multilaterali a livello internazionale dovrebbe essere caratterizzata dal tentativo di integrare la politica comunitaria sull’energia con le altre politiche aventi rilevanza esterna quali ad esempio le politiche in materia di ambiente, ricerca, accesso al mercato globale, investimenti ed aiuto allo sviluppo.
L’approccio trasversale che caratterizza le proposte avanzate dalla Commissione europea nel Libro Verde sulla strategia europea per una energia sostenibile, competitiva e sicura pone in luce come la complessa questione dell’approvvigionamento energetico richieda una politica comune che tenga conto non soltanto degli aspetti inerenti alla creazione di un mercato effettivamente ingrato ma anche della necessità di permettere alla Comunità europea di incidere sui reali equilibri politici ed economici a livello internazionale mediante scelte non condizionate da una eccessiva dipendenza dalle forniture energetiche di paesi terzi.
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