UN TENTATIVO DI DELINEARE LA POLITICA MARITTIMA EUROPEA IN CHIAVE INNOVATIVA: IL NUOVO LIBRO VERDE - Sud in Europa

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UN TENTATIVO DI DELINEARE LA POLITICA MARITTIMA EUROPEA IN CHIAVE INNOVATIVA: IL NUOVO LIBRO VERDE

Archivio > Anno 2006 > Settembre 2006
di Paola PAPA (Assegnista di ricerca nell’Università degli Studi di Bari)    
Il 7 giugno scorso la Commissione europea ha pubblicato il Libro verde: “Verso la futura politica marittima dell’Unione: oceani e mari nella visione europea” con il quale si apre un’ampia consultazione sul rapporto che i cittadini europei intendono avere con i mari e gli oceani.Il Presidente Barroso ha dato incarico al Commissario Borg, responsabile della pesca e degli affari marittimi, di guidare una vera e propria task force sulla politica marittima, fondata sulla stretta collaborazione fra i commissari delle imprese e dell’industria, dei trasporti, dell’ambiente, delle politiche regionali, della ricerca, e dell’energia. La novità consiste nell’invito aperto a tutti ad intervenire nel dibattito sollecitando commenti e riflessioni su quale sia la strategia migliore da seguire per impostare in futuro una politica marittima integrata. Non solo gli Stati membri, ma anche le regioni, le industrie, le ONG e l’opinione pubblica sono chiamati a dire la loro. Una vasta partecipazione al processo decisionale è essenziale dal momento che gli oceani e i mari costituiscono una risorsa capitale per la vita sul pianeta non solo per il ruolo chiave che svolgono per la vita economica, sociale e culturale della comunità, ma anche perché rappresentano una fonte preziosa di ricchezza dalle enormi potenzialità. Basti pensare che il 70% della superficie della terra è coperta da oceani e mari e che essi svolgono funzioni vitali dal punto di vista ecologico e ad essi sono collegate innumerevoli attività umane, di natura economica, sociale, ricreativa e culturale. Il Libro nasce prevalentemente dal desiderio di superare l’approccio settoriale e frammentario che ha finora contraddistinto la gestione delle attività legate al mare, organizzata generalmente a livello locale sulla base di strutture, background culturali ed impostazioni manageriali proprie, che hanno inevitabilmente portato a traiettorie di sviluppo isolate, ben lontane da una possibile ottica sistemica. Attività come i trasporti, la navigazione, le industrie portuali, la produzione di energia in mare, la pesca, l’acquacoltura, la ricerca marina, il turismo, vengono spesso gestite in compartimenti stagni entro i rigidi confini nazionali o locali e senza un disegno politico di coordinamento che armonizzi i meccanismi di competizione ed eviti la duplicazione degli sforzi. Ciò si ripercuote, senza dubbio, sulla capacità dell’Europa di liberare appieno il potenziale che la risorsa marina offre in termini di crescita, occupazione e prosperità.In un mondo sempre più globalizzato e soggetto a forti spinte tecnologiche, le attività marittime evolvono continuamente e si diversificano sempre più, rendendo imprescindibile un’azione di coordinamento e pianificazione finalizzata ad evitare conflitti e ad ottimizzare i risultati. In particolare, con il nuovo Libro verde, la Commissione intende evidenziare le relazioni di interdipendenza fra i diversi settori mettendo in luce, allo stesso tempo, eventuali conflittualità nell’esercizio delle attività marittime. Ad esempio, si sottolinea l’esigenza di promuovere uno sviluppo delle infrastrutture portuali compatibile con la protezione degli ecosistemi locali, con la promozione dell’acquacoltura costiera e con l’espansione turistica. Si affronta, inoltre, il problema di coordinare un numero crescente di attività variegate (pesca, trasporto container, diporto, compagnie petrolifere, centrali eoliche) in acque divenute sempre più affollate. Tale linea di pensiero risulta coerente con gli Obiettivi strategici della Commissione europea per il 2005-2009 che sottolineano, infatti, “la particolare esigenza di una politica marittima globale tesa a sviluppare in maniera ecologicamente sostenibile un’economia marittima prospera, sfruttando appieno le potenzialità dell’industria marittima. Tale politica deve poter contare sull’eccellenza nel settore della ricerca scientifica marina, della tecnologia e dell’innovazione.”I nodi portuali, come fulcri dell’industria marittima, meritano una considerazione particolare. Secondo i dati dell’ESPO (European Sea Ports Organisation, Una politica dei porti marittimi. Una guida pratica per i decisori politici dell’Unione Eu-ropea, 2004), la Comunità Europea attraverso i propri porti veicola quasi la totalità del proprio commercio con l’estero e quasi la metà del proprio commercio interno (in media 3,5 miliardi di tonnellate di merci l’anno). Senza dimenticare i 350 milioni di passeggeri annui che equivalgono a circa il 70% della po-polazione europea. Pertanto, i porti europei costituiscono una delle fondamenta della potenza economica della Comunità e del mercato unico Europeo, e rappresentano una sfida unica per l’istituzione di un quadro politico di riferimento.Alla questione della sostenibilità ambientale viene prestata un’attenzione particolare affinché le varie forme di sfruttamento attuale dei mari non pregiudichino la disponibilità di tali risorse nel futuro e, parallelamente, si evidenzia come il problema dell’inquinamento marino non possa essere preso in considerazione indipendentemente dall’attività umana sulla terra, dato che circa l’80% di esso risulta imputabile ad attività terrestri.Inoltre, si analizzano le criticità che affliggono in misura maggiore le zone costiere come il terrorismo, il traffico di droga, la tratta degli esseri umani, la pirateria, l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e i crimini ambientali.Con il Libro verde la Commissione intende perseguire un disegno politico di coordinamento frutto di una riflessione comune sviluppatasi a livello internazionale. Infatti, già nel Preambolo della Convenzione dell’ONU sul diritto del mare del 1982 (di cui fa parte la Comunità europea) si rilevava come i problemi degli spazi oceanici fossero strettamente collegati e, pertanto, necessitassero di essere considerati nel loro insieme. Si è trattato, dunque, di una prima tappa nel processo di programmazione finalizzato a colmare le lacune che affliggono la gestione degli affari marittimi. Successivamente, il Programma di attuazione del 2002 del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg aveva ribadito la necessità di coordinare le azioni di policy nel settore marittimo, sulla base del principio che gli oceani e i mari possono essere considerati fattori critici per la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare mondiale e per la prosperità economica. Seguendo la scia di altri paesi come l’Australia, il Canada e gli Stati Uniti che hanno già avviato politiche oceaniche integrate, l’Europa si impegna con il Libro verde a dare un significativo contributo alla definizione della politica marittima futura. Il Libro è stato redatto in modo sinergico rispetto alla “Strategia tematica per la protezione e la conservazione dell’ambiente marino” al fine di rafforzare la coerenza delle politiche relative all’ambiente marino a tutti i livelli di gestione e per tutti i programmi e le attività che influiscono su di esso. Affinché il Libro verde si inserisse al meglio nel quadro di sviluppo europeo, la Task Force ha svolto un’analisi articolata di tutti gli aspetti che direttamente o indirettamente possono essere ricondotti all’ambito marittimo, siano essi di natura geografica, ecologica, economica, sociale o legislativa, studiano le opportunità, i rischi, i punti di forza e di debolezza del settore. Si è pensato, inoltre, di istituire un sistema informativo integrato che registri tutti i dati rilevanti sullo stato, sulle pressioni e sulle tendenze in atto a livello economico, sociale ed ambientale nei mari e negli oceani che bagnano l’Unione.L’obiettivo europeo di creare un’economia marittima vivace e sostenibile per il XXI secolo ed oltre, secondo le indicazioni contenute nel nuovo Libro verde, passa attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile dei mari e degli oceani, e di tutte le attività di varia natura che ruotano attorno ad essi, mediante percorsi reali di cooperazione e coordinamento, a vari livelli, fra tutte le autorità competenti e le loro iniziative, verso una gestione integrata multidisciplinare e multisettoriale del settore marittimo.                                                                                                                     
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