MULTILINGUISMO - LA STRATEGIA EUROPEA PER INTEGRARE LE DIVERSITÀ - Sud in Europa

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MULTILINGUISMO - LA STRATEGIA EUROPEA PER INTEGRARE LE DIVERSITÀ

Archivio > Anno 2007 > Ottobre 2007
di M. Irene PAOLINO    
L’Europa è in procinto di diventare, senza spargimento di sangue, una grande famiglia... continente dei valori umanistici… della libertà, della solidarietà e soprattutto della diversità, il che implica il rispetto per le lingue, la cultura e le tradizioni altrui” (Dichiarazione di Laeken).Sin dall’inizio, il multilinguismo rappresenta uno dei principali strumenti del processo di integrazione. Ogni volta che un nuovo Paese aderisce all’Unione europea, decide quale delle sue lingue vuole che diventi la sua lingua ufficiale. L’Unione europea è l’unico organismo internazionale ad operare attualmente addirittura in 23 lingue ufficiali. Ciò significa che ogni cittadino può dialogare con le istituzioni comunitarie e può avere accesso a tutta la legislazione adottata dall’UE nella propria lingua nazionale. L’Unione europea è fondata infatti sul principio della diversità: diversità di culture, di usi e costumi, di etnie, di credenze e di lingue.L’articolo 22 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, adottata a Nizza nel 2000, dichiara che l’Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica, mentre l’articolo 21 vieta qualsiasi forma di discriminazione, tra cui anche quella fondata sulla lingua. Il rispetto della diversità linguistica è quindi uno dei valori fondamentali dell’Unione europea, alla stessa stregua del rispetto dell’individuo, dell’apertura alle altre culture, della tolleranza e dell’accettazione degli altri.Il 26 settembre di ogni anno, l’Unione europea celebra la propria diversità linguistica. Organizzata per la prima volta nel 2001 dalla Commissione e dal Consiglio d’Europa, la Giornata Europea delle lingue mira a promuovere l’importanza dell’apprendimento delle lingue, la molteplicità e varietà delle lingue parlate in Europa e la necessità di studiare e praticare le lingue per tutto l’arco della vita, attraverso centinaia di manifestazioni che si svolgono su tutto il territorio europeo e che dimostrano come le lingue si possano imparare in modo creativo.Imparare e parlare lingue straniere ci aiuta ad aprirci agli altri, a culture e mentalità diverse; acuisce le capacità cognitive; ci consente di mettere a frutto la libertà di lavorare o studiare all’estero. Inoltre, dal 1° gennaio 2007 il multilinguismo è diventato un portafoglio a sé stante. Ciò riflette la dimensione politica trasversale del multilinguismo nell’istruzione, nell’apprendimento permanente, nella competitività economica, nell’occupazione, nella giustizia, libertà e sicurezza.Diversi sono gli strumenti con cui l’UE incoraggia i suoi cittadini a imparare altre lingue e a favorire le opportunità di accesso alla mobilità professionale e personale sia come incentivo ai contatti interculturali e alla comprensione reciproca sia per la creazione di partenariati transnazionali, e quindi in ultima analisi a favorire il processo di integrazione.Ci sono i programmi comunitari in materia di istruzione e formazione, che incentivano l’apprendimento linguistico, la mobilità e i partenariati transnazionali, i programmi culturali che promuovono la diversità linguistica e culturale, il programma Media che finanzia il doppiaggio e la sottotitolazione dei film europei destinati al cinema e alla televisione.La politica europea per il multilinguismo, espressamente voluta dalla Com-missione europea, è unica al mondo, anche perché l’uso delle diverse lingue na-zionali è uno dei fattori che contribuiscono a rendere l’Unione europea più trasparente, legittima ed efficiente nei suoi processi legislativi e nelle sue attività.L’impegno della Commissione in favore della diversità linguistica risale agli ultimi anni ottanta, e precisamente al 1989 quando la Commissione lancia il primo programma globale di promozione dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue, LINGUA.Il 13 dicembre del 2001, a conclusione dell’Anno europeo delle lingue, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulle lingue europee regionali o meno diffuse in cui si invitava la Commissione ad adottare misure atte a prestare maggiore attenzione alle lingue regionali e minoritarie, proprio in vista del più grande allargamento dell’UE. Un paio di mesi più tardi, il 14 febbraio 2002, il Consiglio Istruzione e gioventù ha adottato un’altra risoluzione (2002/C 50/01) con la quale si chiedeva alla Com-missione europea di presentare proposte per azioni volte a promuovere la diversità linguistica e l’apprendimento delle lingue. Sulla base delle conclusioni del Summit europeo di Barcellona del marzo 2002, in cui si sottoscriveva l’impegno politico di mi-gliorare la padronanza delle conoscenze di base e sulla scorta della succitata Relazione del Parlamento europeo, la Commis-sione ha adottato nel luglio del 2003 la sua prima Comunicazione sul multilinguismo definendo il quadro strategico triennale per la promozione della diversità linguistica (documento COM(2003)-449, Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni “Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica: Piano d’azione 2004-2006”).Con questa Comunicazione si è dato un forte impulso all’apprendimento delle lingue e al mantenimento della diversità linguistica in Europa, attraverso azioni intraprese a livello europeo ed una serie di iniziative nell’ambito sociale, economico e delle relazioni con i cittadini. La Commissione, inoltre, si è impegnata, attraverso questo Piano d’azione triennale, ad intraprendere 47 nuove azioni volte ad incoraggiare la collaborazione delle autorità nazionali, regionali e locali con la Commissione stessa per la promozione dell’apprendimento delle lingue e della diversità linguistica. Il Piano d’azione, infatti, contiene proposte concrete relative a 47 azioni da effettuare tra il 2004 e il 2006 in tre grandi settori:– in primo luogo, l’obiettivo fondamentale di estendere i benefici dell’apprendimento linguistico a tutti i cittadini, sotto forma di attività da svolgersi lungo tutto l’arco della vita; – in secondo luogo, la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento delle lingue a tutti i livelli; – in terzo luogo, la necessità di creare in Europa un ambiente davvero favorevole alle lingue. Il Piano d’azione prendeva le mosse dai risultati di una consultazione pubblica alla quale avevano partecipato altre istituzioni europee, ministeri nazionali, una serie di organizzazioni in rappresentanza della società civile e del grande pubblico.La stessa consultazione si basava su un precedente documento di lavoro dei servizi della Commissione “Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica”, pubblicato nel novembre del 2002 (SEC 2002) 1234 scaricabile all’indirizzo http://ec.europa.eu/education/policies/lang/policy/consult/consult_it.pdf), inteso a incoraggiare le organizzazioni e gli individui interessati a esprimere il proprio parere su una serie di questioni fondamentali indicate nel documento, in particolare su sette domande salienti. I risultati di questa consultazione sono stati raccolti e analizzati nella Relazione finale ELC Commission Document SEC 2002 1234 ‘Promoting Language Learning and Linguistic Diversity’ (consultabile all’indirizzo http://ec.europa.eu/education/policies/lang/ policy/elc_en.pdf). Il processo di consultazione vero e proprio si è concluso invece con una conferenza tenutasi a Bruxelles il 10 aprile 2003, di cui troviamo un summary sulle pagine web della Commissione europea all’indirizzo http://ec.europa.eu/education/policies/ lang/policy/conference/index_en.html). L’importanza delle politiche linguistiche si è concretizzata, nel 2005, nella menzione esplicita del multilinguismo nel portafoglio del Commissario Figel. Nello stesso anno è stata elaborata una nuova strategia per il multilinguismo, comprendente azioni interne ed esterne, delineata nella Comunicazione della Commissione “Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo” (COM(2005) 596). Parallelamente, la Commissione ha messo a punto un indicatore di competenza linguistica, come richiesto dal Consiglio di Barcellona, onde disporre di un criterio di riferimento delle competenze degli studenti in due lingue straniere al termine dell’istruzione iniziale. Il multilinguismo è un settore fondamentale in cui l’Europa può avvicinarsi alle esigenze dei cittadini. Per questo, con il Commissario Orban che ha assunto le sue funzioni nel gennaio 2007, esso è divenuto un portafoglio a sé stante, il cui campo di applicazione si estende dall’apprendimento permanente al settore delle lingue nelle imprese. Il Piano d’azione del 2003 richiedeva una verifica nel 2007. E difatti il 25 settembre 2007 è stato adottato un Documento di lavoro della Commissione che illustra i principali risultati dell’attuazione del piano suddetto. La Relazione sull’attuazione del piano d’azione “Promuovere l’apprendimento delle lingue e la diversità linguistica” COM(2007)554, consultabile all’indirizzo http://ec.europa.eu/education/policies/lang/doc/ com554_it.pdf) presenta le tendenze attuali dei processi di riforma dei sistemi d’istruzione al fine di promuovere l’apprendimento delle lingue, fa il punto su quello che è stato conseguito negli ultimi tre anni e pone le basi per ulteriori azioni nel campo del multilinguismo.In generale, la Commissione e gli Stati membri hanno compiuto progressi sostanziali nell’attuare le azioni previste dal piano. Come risultato di tutte queste iniziative, la promozione dell’apprendimento linguistico, della diversità linguistica e del multilinguismo nel loro complesso hanno acquisito un’importanza politica molto maggiore. Anche se i Paesi non sono partiti dallo stesso punto e non hanno adottato misure alla stessa velocità, le riforme si sono incentrate principalmente sui seguenti aspetti:– riesame del sistema d’istruzione secondo un approccio che prevede un apprendimento per tutta la durata della vita;– introduzione dell’apprendimento precoce delle lingue a partire dalla scuola primaria e materna;– introduzione nei programmi scolastici dell’apprendimento integrato di lingua e contenuto;– più ampia offerta di lingue nella scuola secondaria;– maggiori investimenti nella formazione degli insegnanti di lingue;– riesame di programmi, esami e certificati per armonizzarli con il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue;– utilizzazione di programmi e strumenti europei elaborati dalla Commissione e dal Consiglio d’Europa allo scopo di rivedere i sistemi d’istruzione nazionali, mettere a punto materiali e test linguistici adeguati, promuovere la formazione degli insegnanti di lingue all’estero e la cooperazione europea nelle scuole.Delle 47 azioni proposte dal Piano d’azione del 2003, 41 saranno ultimate entro la fine del 2007 (33 sono già state concluse e altre 8 lo saranno entro la fine del 2007), mentre 5 saranno attuate nell’ambito del programma di apprendimento permanente (2007-2013). Una è stata annullata, ma parzialmente ripresa in un’altra azione.Questi risultati sono incoraggianti, alcuni tuttavia potrebbero essere migliorati. Ad esempio, il numero di progetti linguistici intesi ad elaborare materiale per la formazione degli insegnanti di lingue nei programmi Comenius, Grundtvig e Leonardo non è aumentato in modo uniforme in tutti i programmi, e neppure il numero di studenti che hanno partecipato a progetti linguistici tra istituti scolastici né quello degli insegnanti di lingue che hanno ricevuto una borsa di formazione. Da uno studio recente è emerso che i partecipanti ai progetti Comenius hanno migliorato le loro conoscenze linguistiche, ma soprattutto in inglese, a spese delle altre lingue. Lo stesso vale per i sussidi di formazione continua di Comenius, che sono stati concessi principalmente per l’inglese, senza rispettare la politica di promozione della diversità linguistica e ampliamento dell’offerta delle lingue proposte. Per ulteriori approfondimenti rinviamo al testo della Comunicazione e ad un documento di lavoro complementare dei servizi della Commissione contiene tabelle che illustrano lo stato di avanzamento delle azioni ed elencano i risultati, le fonti di informazione e i siti Internet d’interesse. Vale inoltre la pena ricordare che le iniziative più innovatrici in materia di apprendimento delle lingue possono ricevere ogni anno un label europeo. Il label viene aggiudicato ai progetti di apprendimento linguistico più innovativi in ogni Paese partecipante al progetto Potrà essere scelta qualunque iniziativa in questo campo, indipendentemente dall’età dei discenti e dal tipo di istituto coinvolto o dall’uso di nuove tecnologie. La cosa essenziale è che il progetto faccia un buon uso delle risorse di cui dispone. Il label europeo ha due obiettivi principali: il primo è di incoraggiare iniziative nuove nel campo dell’insegnamento e apprendimento delle lingue, il secondo è di informare insegnanti e studenti su tali iniziative e di indurli ad applicare le relative idee e tecniche alla loro situazione. I progetti premiati con il label sono raccolti in una banca dati consultabile pubblicamente.Per promuovere la conoscenza di altre lingue la Commissione ha pubblicato una guida scaricabile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/education/policies/lang/doc/guide_it.pdf e molte altre informazioni sulle varie modalità per cominciare ad imparare una nuova lingua sono disponibili sulla pagina web http://ec.europa.eu/education/policies/lang/doc/ com554_it.pdf.
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